Ottobre 2021

Gestire il Green Pass in azienda


Confapi FVG nelle ultime settimane ha assistito le imprese associate nel definire una procedura il più chiara e semplice per poter gestire il controllo del green pass per il personale e per i soggetti esterni che giungono in azienda.

La fase precedente all’avvio è stata caratterizzata da un po’ di incertezza e di insicurezza, subito superata anche grazie alle indicazioni dell’Associazione che, insieme alle istituzioni, ha definito i principali passaggi formali da seguire.

“Siamo stati e siamo a fianco degli Imprenditori per affrontare insieme gli obblighi che derivano dall’introduzione del green pass” - dichiara il Presidente Massimo Paniccia. “Inizialmente le imprese hanno dovuto affrontare problemi pratici e organizzativi però in questi primissimi giorni di applicazione non abbiamo registrato particolari criticità ad eccezione del settore dei trasporti e per il fatto che alcune precisazioni sono avvenute solo in corsa” - prosegue Paniccia.

Per ora restiamo in attesa dello sviluppo delle applicazioni informatiche, a cui il Governo sta lavorando, per agevolare le procedure di controllo e confidiamo in una gestione di buon senso da parte di tutti. L’Associazione continua a monitorare gli aggiornamenti anche attraverso l’interlocuzione constante con le istituzioni coinvolte, in primis, le Prefetture.

Confapi FVG ha dichiarato di essere favorevole all’introduzione del Green Pass anche per i lavoratori del settore privato ma non possiamo lasciare soli gli imprenditori nell’affrontare gli obblighi che ne conseguono.

L’impressione - dichiara il Presidente Massimo Paniccia - è che le autorità centrali non abbiamo definito a sufficienza gli aspetti procedurali e abbiano mancato di fornire le chiarificazioni sui punti più incerti.

Nell’immediato le imprese si trovano ad affrontare problemi pratici e quesiti per i quali attendono risposte. Solo per citarne alcuni:

  • onere economico: il lavoratore non vaccinato non è propenso a sostenere il costo del tampone e l’impresa è nell’impossibilità di sostituirsi nel pagamento, dal momento che questo genererebbe una discriminazione economica con i lavoratori che sono invece vaccinati; un altro aspetto risiede in chi esegue il tampone (dentro e fuori l’azienda), alla luce del fatto che farmacie e società sanitarie private sarebbero oberate di richieste alle quali non potranno sempre rispondere;
  • non è chiaro quali siano i soggetti da controllare (dipendenti, visitatori, collaboratori esterni, …) e le modalità di controllo, se, cioè, sistematico o a campione;
  • incompatibilità tra smart working e green pass, non essendo il primo alternativo al secondo, con il risultato di non potersi più avvalere delle prestazioni da casa;
  • osservanza delle norme sulla privacy, tenuto conto che l’impresa non può conoscere né le cause (guarigione, tampone, vaccinazione) né la data di scadenza del green pass;
  • gestione del lavoratore in mancanza di green pass, non essendo chiara la procedura relativa all’allontanamento e alle modalità di verbalizzazione del medesimo.

Un discorso a parte va fatto per il comparto dei trasporti su strada.

All’epoca delle chiusure il trasporto era esente da limitazioni in quanto considerato “servizio essenziale”; ora, invece, sono poste limitazioni talmente stringenti da compromettere non solo l’attività delle imprese professionali, ma di tutto il sistema economico. Basti pensare alle regole di comportamento nei rapporti con la committenza (carico, scarico, consegna e ritiro di documenti, movimentazioni in piazzali e in luoghi chiusi) e relativi controlli. Si consideri anche che soprattutto in Friuli Venezia Giulia circa il 40% dei conducenti (autisti dipendenti) originano dall’Europa centro orientale e sono assolutamente restii, oltre che non obbligati nel loro Paese, a sottoporsi a vaccinazione; per questi vi è l’altissimo rischio che abbandonino la professione di autista in Italia con la conseguenza di danneggiare irreparabilmente le imprese del settore, già gravate dalla mancanza di personale e di compromettere l’intera economia come già sta accadendo nel Regno Unito.

Il problema riguarda anche i vettori esteri che operano sul mercato nazionale e che, al pari, non sono disposti a sottostare alla vaccinazione e alle regole italiane.

L’Associazione ribadiamo si è dichiarata d’accordo sull’introduzione del green pass e in queste settimane è al fianco delle imprese per risolvere con buon senso e coerenza i tanti problemi che affiorano, ma sono indispensabili indicazioni chiare e ragionevoli da parte delle autorità almeno prima della scadenza anche se sarebbe stato utile averle unitamente all’emissione del decreto per potersi preparare con cognizione di causa.