In data 21 aprile 2020 è stato sottoscritto dal Presidente di CONFAPI FVG Massimo Paniccia e dai Segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil un accordo che definisce l’ambito di applicazione del Protocollo di contrasto al COVID-19 del 14 marzo 2020 per le piccole e medie imprese della regione associate a CONFAPI FVG.
L’intesa nasce dalla volontà comune di garantire la tempestiva riapertura delle aziende e la sicurezza delle condizioni di lavoro degli addetti, tramite il supporto operativo di un Comitato paritetico costituito da datori di lavoro e rappresentati dei lavoratori al fine di favorire la sicurezza sul lavoro intesa quale presupposto di avvio della Fase 2.
“In un momento cruciale per la nostra economia, il comitato rappresenta un concreto aiuto alle imprese e al mondo del lavoro che è doveroso supportare” ha commentato il presidente Paniccia “e nasce dall’esigenza di dover ripartire nel rispetto delle norme di prevenzione e contenimento del contagio, soprattutto a favore delle imprese più piccole che potrebbero trovarsi in maggiori difficoltà. Il tavolo di lavoro avrà finalità operative, si riunirà periodicamente e potrà anche veicolare le richieste delle imprese alle istituzioni territoriali e ai comitati scientifici competenti.”
“Un risultato importante” hanno commentato le OO.SS. “che sfocia dal confronto con CONFAPI FVG in quanto proprio le piccole e medie imprese e i loro lavoratori, che costituiscono il 95% del nostro tessuto industriale, sia per struttura organizzativa che per fasi di processo, hanno necessità di ricevere indicazioni chiare e rispondenti alle loro necessità reali”.
Su richiesta del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il 20 aprile 2020 l’Associazione ha sottoposto una serie di osservazioni e proposte per la ripresa delle attività economiche, focalizzata sullo stato attuale dell’industria in Friuli Venezia Giulia e sulle sue immediate prospettive, ma destinata a fornire elementi di valutazione all’Amministrazione regionale nel confronto con il Governo italiano in vista del prossimo avvio della c.d. Fase 2. Il documento, frutto di una diffusa consultazione con le imprese associate, si articola su quattro passaggi:
Di seguito si riporta il testo integrale del documento.
La seconda richiesta di fondo è che la pubblica amministrazione e i soggetti privati onorino i loro obblighi per quanto possibile. A tal proposito va chiesto al Governo di riconsiderare la portata dell’articolo 91 del decreto legge Cura Italia, affinché non finisca per avallare un generalizzato ricorso alla causa di forza maggiore e fornisca un ingiustificato alibi a chi non intende pagare e interrompa il vitale flusso monetario.
Senza queste due premesse le imprese non saranno nemmeno in grado di restituire i finanziamenti che andranno a chiedere per alimentare la propria liquidità.
In queste settimane di chiusura, ma già prima, le imprese operanti o meno avevano messo a punto misure di sicurezza, oltre a quanto stabilito dal Protocollo Nazionale per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 sottoscritto lo scorso 14 marzo, volte a garantire la salubrità degli ambienti di lavoro e la tutela delle maestranze. Ciò in stretta collaborazione con le RSU, RLS, RSPP e medico del lavoro; tutti hanno dato grande dimostrazione di responsabilità e di consapevolezza dell’importanza dell’aspetto economico. Questo deve essere da spunto affinché tutti gli attori dell’economia si sentano pienamente responsabili e agiscano di conseguenza, facendo la propria parte.
Le imprese si sono già organizzate su più turni di lavoro, con ingressi scaglionati, nell’arco di 7 giorni e non di soli 5.
In questa logica, si chiede all’Amministrazione regionale:
Industria manifatturiera
La riapertura delle imprese non sarà comunque sufficiente a far ripartire le attività. Allo stato attuale le stesse stanno evadendo ordini pregressi o richieste di interventi d’urgenza e di manutenzione.
Sono venuti a mancare o sono stati annullati la maggior parte degli ordini e delle commesse programmati nel breve periodo sul mercato interno e su quello internazionale.
Per questo, a maggior ragione, devono essere pronte a reinserirsi al più presto sul mercato internazionale, che non si è mai fermato o che è già ripartito, prima di correre il rischio di essere emarginate.
La prima funzione aziendale da riattivare, ferma ormai da fine febbraio, è quella commerciale, anche sul mercato interno da tempo ormai asfittico.
Per le imprese che operano per il settore pubblico, attraverso servizi, lavori e forniture il blocco è stato repentino, poiché sono stati annullati o sospesi gli ordini in essere, non sono stati pubblicati nuovi bandi e non vi è stata nemmeno interlocuzione per il fatto che sono venuti meno tutti i referenti.
Con l’applicazione dei protocolli, le imprese e i loro cantieri aumenteranno di molto il grado di sicurezza rispetto ad altri ambienti, a cominciare da quello domestico, tanto che potrà essere più sicuro andare a lavorare che rimanere a casa. Anche per questo e, non solo per evitare le concentrazioni, si propone di rendere lavorativa l’intera settimana (7 giorni), in luogo degli attuali 5. Le imprese garantiranno la corretta turnazione.
Il trasporto e la logistica
Sulla base di una ricognizione eseguita dall’Associazione risulta che tutte o quasi le imprese di trasporto su strada e della logistica hanno proseguito l’attività ma in misura fortemente ridotta, fino ad un massimo del 20%.
Gli insoluti sono per ora molto limitati (6/7% più o meno in tutte le imprese) ma si riferiscono a commesse ante virus (dicembre 2019 – febbraio 2020).
In materia di trasporti su strada la Regione potrebbe fare un passo nei confronti dello Stato affinché:
1.si applichi il principio di reciprocità nel trattamento dei trasporti su strada e dei conducenti dei veicoli per tutte le relazioni con l’estero per evitare misure ingiustificate o pretestuose;
2.per facilitare l’elasticità di gestione del traffico, si introduca una deroga all’osservanza dei tempi di guida, di pausa e di riposo anche nei trasporti interni, come hanno fatto numerosi Stati membri dell’UE, e analogamente a quanto fatto in ordine ai divieti di circolazione nei giorni festivi.
Industria delle costruzioni e lavori pubblici
Accanto alle proposte riguardanti l’industria manifatturiera che possono trovare applicazione anche per l’industria delle costruzioni, come la turnazione su 7 giorni, si sottopongono alcune proposte specifiche per quest’ultimo ramo di attività, allo scopo di favorirne la liquidità e ridurne gli oneri.
Udine, 20 aprile 2020